A cosa serve la poesia? E poi: cos’è la poesia? E’ l’anima in presa diretta di un singolo, attenzione estrema alle cose dentro e fuori, rivelazione fulminea del profondo e dell’universale? E’ ingegneria della parola? La poesia è il progetto, il programma prima della realizzazione – basti pensare che le grandi rivoluzioni hanno trovano sempre il loro poeta – o bilancio e rilancio? Di certo, in poesia, il tempo non è algebrico e non finisce, pertanto c’è un solo bilancio che può stabilire ed è il bilancio dell’avvenire. Sta comunque sempre tra i due fronti della poetica e dell’estetica, della rapsodia e della prosodia. In ogni caso sempre difficile da afferrare e da definire, tanto più se si tratta di raccolte di versi scritti in un arco più o meno lungo di anni,difficile trovare un filo di Arianna che ci guidi. Continua a leggere
ho avuto una vita tranquilla








Intervista pubblicata nella tesi di laurea di Matea Petrovi? su “Donne senza volto” (Zara 2015)
Ho giù un aereo al cancello che mi aspetta
Hai una bocca di cartone
“Il mondo contemporaneo è certamente il più inadatto dei mondi possibili per la poesia, perché è il mondo della chiacchiera, del frastuono, dello svilimento incalzante del senso” sosteneva negli anni Novanta Giancarlo Pontiggia, osservando il divario che si era creato tra i poeti, che molto spesso tendevano ad arroccarsi in piccole consorterie, e il pubblico nel senso più lato.
E Vila e Slataper e cinque bottiglie – guarda là – di Terrano
nelle anse di un fiume
non nuoterò nella tua solitudine
Non so cosa darti/dirti
mi manca il tempo oscillante
e prima
APPUNTAMENTO A FIRENZE
1)
Quando giungerò
Maddalena
E dopo una meta c’è un’altra meta ancora