Tag: scrittori triestini

Generazioni

“Guarda un po’qua” disse Antonio mettendogli davanti un giornale che aveva tenuto in serbo per mostrarlo all’amico: “Questo articolo mi ha aperto gli occhi”.
“Di che cosa si tratta? chiese Alessandro consegnano il suo piatto a Giulia perché ci posasse sopra l’insalata.
“Tante volte mi sono chiesto perché noi siamo sempre stati in dubbio su quello che facevamo”.
“In che senso?”
“La nostra mi è sempre sembrata una generazione che ha avuto molti dubbi. Sul mondo, sulla giustizia, sui valori, su di sé, in primo luogo”. Continua a leggere

Afgani

Alessandro, Antonio e Paolo arrivarono all’autoporto di Fernetti a mezzanotte per mettere il camper nel rimessaggio.
“Lo lascio sempre qui, – disse Antonio – è comodo. Poi quando mi serve vengo a riprenderlo”.
“Ma guarda che confusione a quest’ora. Non vi pare strano?” esclamò Paolo meravigliato.
Davanti all’autoporto c’era un’autoblinda della polizia, una volante e un crocchio di camionisti.
“Hanno fatto fuori uno” disse laconico il maresciallo.
“Dobbiamo entrare nel campeggio”.
“Potete passare tranquilli, se il custode è ancora sveglio”. Continua a leggere

Intrattenimento scolastico con mascherina

Improvvisamente il problema inquinamento, riscaldamento globale, clima impazzito non esiste più. Fornire 11 milioni di mascherine al giorno per la pagliacciata del quotidiano intrattenimento scolastico diventa la priorità, eh sì, perché le mamme hanno da lavorare chattare scopare gestirelapropriavitaeilpropriotempo mica occuparsi dei marmocchi. Il bambino deve ritornare a casa ben nutrito dalla scuola, e guai se la mensa disattende le norme della corretta alimentazione, e così la mamma al ritorno gli può dare due barrette di monodigliceri che gli piacciono tanto e spararsi una serata in giro per bar ristoranti e se è estate anche un po’ di disco all’ aperto, oppure una cenetta tra amici con corredo di pargoli vocianti e assonnati. Continua a leggere

Se il mondo fa schifo

“Allora, signor idealista, cosa ti è successo a Ravenna? chiese Giacomo mentre Luca si sprofondava in un’altalena che tra le piante e i tavolini arredava la terrazza.
“Ho conosciuto una puttanella”.
“Bene”.
“Bene un corno. Sono stato maltrattato psichicamente”.
“È inevitabile, mio caro. Ti riprenderai presto”.
“Mi sono già ripreso, – disse Luca, – e per dir la verità sono anche contento di quest’esperienza”.
“Mi piace quando parli così, signor idealista”. Continua a leggere

Lettera da Aquileia (4)

In primavera dunque vorrei venire a trovarti a Roma. Non sai quanto il clima sia rigido in queste contrade. Quando a Roma si è già nella bella stagione, qui si continua a indossare il mantello, e sembra che la pioggia e il vento non debbano lasciarci mai. Continua a leggere

Allegretto andante for a trio (3)

In her room she rummages through the things she has already packed. Meanwhile, Giulio comes through and leans on the door frame. He silently watches her fiddling with her case, then he comments: – So you’re going tomorrow!
– It’s work, mumbles Francesca tersely, without lifting her head.
Giulio wanders about the room, then runs a hand through his hair and continues, with some embarrassment: – Did I miss an opportunity last night?
Francesca does not spare him the icy words: – Today too, come to that.
Giulio presses her further: – An opportunity that may not arise again?
Francesca smiles: – I don’t know about that.
Giulio looks at her: – I’m struggling to understand your conditions. Continua a leggere

La serena indifferenza (versione romena di Geo Vasile)

La serena indifferenza

Aspettavo di trovare
con gli anni
un senso probabile
del non senso
di vivere
frugando tra le rabbie
e le noie
frugando tra la vita
e la mia sempre troppo pallida
idea della vita. Continua a leggere

Pace violenza e letteratura noir

ancoraÈ diffusa la convinzione che la nostra società sia una società violenta e che la letteratura noir in tutte le sue varianti, fino all’estremo del polar, sia il genere letterario che meglio la rappresenti; ne sia insomma la rielaborazione artistica più adatta. Non ne sono del tutto convinta. Penso che la Londra in cui viveva Shakespeare fosse una città più violenta, una città in cui si poteva incontrare la morte con maggior facilità che nelle nostre metropoli. Continua a leggere

La bambina in rosso di Antonio della Rocca. Recensione di Juan Octavio Prenz

la bambina in rossoArduo compito, dal quale lo vediamo uscire vittorioso, è quello che si è imposto Della Rocca, affrontando la scrittura di un romanzo basato sulla vita di Egon Schiele.
Romanzo familiare? Romanzo sull’arte? Romanzo sul commercio dell’arte? Tutto questo e molto altro s’intreccia in un’intricata trama vitale, risolta con una tecnica narrativa chiara ed efficace. Continua a leggere

Passeggiata triestina

20151026_191807A vederlo di notte o in un giorno di bora viene da scambiarlo per un signore che attraversa il ponte del Canal grande. E invece è una delle statue a grandezza naturale che campeggiano a Trieste, opera dello scultore Nino Spagnoli: Joyce col un libro sotto braccio, la giacchetta leggera e un papillon, e in faccia l’aria di andarsene in una delle sue osmizze a bisbocciare. Continua a leggere

Svevo: scrivere come misura d’igiene

Cittavecchia _serale“Devo pensare a scrivere per sentirmi vivo, posto che la vita che faccio, tra tanta virtù che ho e che mi viene attribuita, e tanti affetti e doveri che mi legano e paralizzano, mi priva di ogni libertà. Io vivo con la stessa inerzia con cui si muore. E voglio scuotermi, destarmi. Scrivere sarà per me misura d’igiene”. Continua a leggere

Tra Oriente e Occidente. Intervista a Marina Torossi di Nuria Kanzian

 DSC_0198Come dice Alvin Toffler, autore di “Lo choch del futuro” (1970) e “La guerra disarmata” (1994), il potere mondiale è diviso in tre ampie sezioni: paesi agricoli, paesi dell’industria pesante e paesi dell’economia dell’informazione. Tra Oriente e Occidente ci sono anche delle aree “divergenti”, che non seguono le linee guida della società dei prosumer (produttori-consumatori allo stesso tempo) resi schiavi dal mercato. Continua a leggere