In tempi in cui la cronaca dei quotidiani femminicidi ci induce a riflettere sul percorso degli ultimi decenni nei rapporti tra generi, ben a proposito arriva il libro di Giovanna Mozzillo Il canto del castrato (Marlin, 2019, pp. 231) che sposta l’ottica dell’osservazione al passato, a storie di sopraffazione e di riscatto. Le due protagoniste del romanzo, – un romanzo dai toni decisamente femministi, – Ippolita e Lucrezia, madre e figlia, sono vittime di una società che vede la donna solo nella sua funzione riproduttiva. Continua a leggere
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Trieste. La resa dei conti (recensione di Gianluca Massimini)
Quello che subito emerge in quest’ultimo libro di Marina Torossi Tevini (Trieste. La resa dei conti, Campanotto Editore, 2019) è senza ombra di dubbio la grande abilità messa in campo dall’autrice nel gestire una materia narrativa così articolata, così ricca di temi e di riflessioni, di spunti, di episodi privati e storici che coprono incredibilmente un arco temporale molto lungo. Il romanzo, infatti, ripercorre gran parte delle vicende politiche giuliane e italiane degli ultimi ottant’anni, riuscendo felicemente nell’intento di calarci nella vita quotidiana di una nazione e di una città, a suo modo unica per gli avvenimenti di cui è stata protagonista nel corso del Novecento, giungendo a toccare persino i fatti della più stretta attualità, e questo sempre coi giusti tempi, con le giuste pause, con un ritmo che non conosce mai passi falsi o cadute di tono. Continua a leggere
Trieste. La resa dei conti (lettura di Chiara Mattioni)
Ci sono almeno tre modi di raccontare la Storia. Il primo è quello ufficiale, quello dei libri di studio che, ricostruito a posteriori, se pure rigoroso, perde l’anima degli avvenimenti. Il secondo, preziosissimo e insostituibile, è quello della testimonianza diretta, che aggiunge dettagli ricchi e tumultuosi e tuttavia ha sempre un’angolazione in qualche misura soggettiva. Il terzo, sono le parole di chi, per legame acquisito o di sangue, è stato gomito a gomito con i protagonisti dei grandi eventi storici, molto spesso donne: madri, mogli, sorelle, figlie. Sovrapponendoli e incrociandoli probabilmente ci si può avvicinare alla realtà dei fatti. L’ultimo libro di Marina Torossi Tevini, “Trieste. La resa dei conti” (Campanotto, 2019), ha anzitutto questo grande pregio. Tecnicamente è un romanzo, per altro di lettura filata e godibilissima nonostante le 450 pagine, ma non è solo questo. Continua a leggere
Linuccia Saba e il cinema
“Linuccia Saba e il cinema, un sogno negato. Due soggetti ritrovati” con un saggio introduttivo di Marina Silvestri (pubblicato dall’Eut, pagg 109, euro 12) offre agli appassionati di storia e letteratura triestina interessanti squarci su un mondo, quello in cui visse Saba, e su una figura, quella di Linuccia, che per molti aspetti ci fa pensare a certi personaggi di grande fascino e personalità come Anna Fano o Anita Pittoni, personalità femminili concepibili solo nell’ambiente triestino dell’epoca. Continua a leggere
L’anno che Bartolo decise di morire
Il nostro è mondo dell’indifferenza, il mondo dell’adesione superficiale, il mondo della sete di notizie sensazionali, un mondo in cui “le disgrazie sono il nostro passatempo, il pane quotidiano.” “Che saremmo senza le nostre lamentele?” si chiede un personaggio de L’anno che Bartolo decise di morire, romanzo di Valentina Di Cesare da poco edito da Arkadia Continua a leggere
Se fossi padre di Pietro Spirito
Tra i rapporti che la nostra società occidentale ha ridiscusso e trasformato in modo profondo e sostanziale è il rapporto padre-figlio, rapporto da sempre articolato su una forte conflittualità, mitigata però dall’affetto e da un attaccamento viscerale. Negli ultimi decenni questo rapporto, per il mutare veloce della società e per un certo ammorbidimento dei costumi ha avuto delle trasformazioni su cui hanno appuntato la loro attenzione diversi scrittori, tra cui Pietro Spirito. Continua a leggere
Di sé con gli altri di Stelio Mattioni
Nel suo ultimo libro “Di sé con gli altri” che esce per i tipi della casa editrice Vydia, dopo esser rimasto inedito per più di vent’anni, Stelio Mattioni ritorna alla dimensione favolistica e alla narrazione surreale che avevano connotato la sua produzione migliore, da “Il re ne comanda una” a “Il richiamo di Alma”, abbandonando il tono realistico che aveva caratterizzato alcune opere degli anni 90 (da “Il mondo di Celso” a “Sisina e il lupo”), senza peraltro rinunciare all’attenzione per la società e alla critica marcata nei confronti della sua involuzione che era presente nella produzione di quegli anni. Continua a leggere
La nostalgia degli altri di Federica Manzon
Spiazza il lettore Federica Manzon con il suo ultimo romanzo La nostalgia degli altri (Feltrinelli 2017, pp 210, € 16) che racconta una storia di amicizia e di amore che coinvolge due giovani, Lizzie e Adrian, e un amico comune che funge da io narrante e testimone. Ma è una storia d’amore? Sembra piuttosto una storia di potere. O ancor meglio una storia di svelamento di una fantomatica verità. E la verità è una verità paradossale.
Ma andiamo per gradi. Lizzie è un ragazza sicura di sé, proviene dal nord est, – sullo sfondo troviamo una città di Trieste con i suoi paradisi un po’ inquietanti e i suoi angoli appartati o chiari – e lavora in un’altra città, in un fantomatico Aquario, luogo dove si progetta intrattenimento e giochi vari per una società annoiata del reale. Continua a leggere