Tag: letteratura triestina

La vita vera

La vita vera, la grande assente delle grigie città dell’Occidente pulsa nelle colline coltivate a riso, nei fiumi circondati dalle mangrovie, nelle isole sperdute della Polinesia non ancora raggiunte dal turismo di massa. I ritmi lenti, il clima, la natura con le sue violenze, – terremoti, eruzioni vulcaniche, alluvioni o tsunami, – e la sua straordinaria bellezza – mari blu profondo, animali selvatici, tramonti e cieli stellati – ne determinano i ritmi, i tempi. Sono zone dove i bambini difficilmente crescono davanti a videogiochi o a schermi giganti, sono luoghi dove un adolescente non preferisce rimanere a casa sdraiato nel suo mondo fittizio piuttosto che confrontarsi con la realtà. Sono posti violenti, pericolosi, eppure i bambini giocano tranquilli per strada e hanno sempre un sorriso per gli sconosciuti. Continua a leggere

Trieste. La resa dei conti (recensione di Gianluca Massimini)

Quello che subito emerge in quest’ultimo libro di Marina Torossi Tevini (Trieste. La resa dei conti, Campanotto Editore, 2019) è senza ombra di dubbio la grande abilità messa in campo dall’autrice nel gestire una materia narrativa così articolata, così ricca di temi e di riflessioni, di spunti, di episodi privati e storici che coprono incredibilmente un arco temporale molto lungo. Il romanzo, infatti, ripercorre gran parte delle vicende politiche giuliane e italiane degli ultimi ottant’anni, riuscendo felicemente nell’intento di calarci nella vita quotidiana di una nazione e di una città, a suo modo unica per gli avvenimenti di cui è stata protagonista nel corso del Novecento, giungendo a toccare persino i fatti della più stretta attualità, e questo sempre coi giusti tempi, con le giuste pause, con un ritmo che non conosce mai passi falsi o cadute di tono. Continua a leggere

Di sé con gli altri di Stelio Mattioni

Di sé con gli altri

Nel suo ultimo libro “Di sé con gli altri” che esce per i tipi della casa editrice Vydia, dopo esser rimasto inedito per più di vent’anni, Stelio Mattioni ritorna alla dimensione favolistica e alla narrazione surreale che avevano connotato la sua produzione migliore, da “Il re ne comanda una” a “Il richiamo di Alma”, abbandonando il tono realistico che aveva caratterizzato alcune opere degli anni 90 (da “Il mondo di Celso” a “Sisina e il lupo”), senza peraltro rinunciare all’attenzione per la società e alla critica marcata nei confronti della sua involuzione che era presente nella produzione di quegli anni. Continua a leggere