La vita dei bicchieri e delle stelle,
tutta gentile e tutta risplendente
brillante di gas elio o detergente,
è quello che noi siamo e non sappiamo,
bagliore nello spazio quotidiano,
l’immediato presente e il più lontano,
è l’esistenza senza alcun confine
nell’universo, il gesto luminoso
della mano, il raggio che ci sfiora
e che si apparta, il cielo che rivela
la nostra carne terrena e siderale,
lo scompiglio del fiato universale.
Giuseppe Grattacaso, La vita dei bicchieri e delle stelle, Campanotto, 2013
Gap
Ci sono rade luci sulla collina,
e c’è un tempo millenario intorno,
che ci raccoglie. Tutto ruota intorno alla cena,
al gesto di mettere tavola, versare le pietanze,
ai piatti da lavare, e cosa, e se, ci piace.
Questo è il nostro tempo insieme,
queste le nostre vacanze estive.
Tra un piatto e un altro mi accarezzi
e dici che potrebbe essere l’ultimo giorno.
Giù sotto casa il giardino,
il tuo piccolo orto, resiste al cambiamento.
Io non lo faccio il salto oggi,
di che rara specie avrei bisogno?
Di che altro? Da qui alla città passa un’epoca.
Si parla da un millennio a un altro millennio.
Alba Donati, Idillio con cagnolino, Fazi, 2013
Non sono né giovane né vecchio
Non sono né giovane né vecchio
ed è come se sognassi, in un meriggio
di sbronze, entrambe le età. Eppure
sono vecchio. In una nicchia dorata
l’autunno cede il passo all’inverno,
coperto di tenebre e sonno.
La parola perdono che senso ha
per me, inetto, senza alcun progetto?
Il sesso, il potere, mi fanno difetto.
Eppure sono giovane, mi batte il petto.
Mille voci mi rimescolano il sangue.
Al mattino mi alzo sempre più presto.
Non sono né giovane né vecchio, sogno
come un demente, queste due età infinite,
immerso nel secchio di vino delle aurore,
in un tempo bambino. Sono vecchio, sono
vecchio, eccomi pronto per le sterminate
eternità
Renzo Paris, Il fumo bianco, Elliot, 2013
Potatura
Morirò lasciando
il bollitore rosso sul fuoco
le pantofole di velluto spaiate
morirò lasciando
progetti iniziati
progetti sempre pensati
idee da portare avanti
grazie non detti?
Lascerò cani?
Fiori potati.
Anna Toscano (Atelier 2017)
Dall’interno della specie
Eppure nel frammento di ogni memoria,
nella natura di un sorriso che supera a volte il nostro sguardo
accarezziamo la vertigine con una mano
nello scandalo innaturale che ci trattiene,
eppure, dall’interno della specie,
ognuno tenta di lenire il proprio male con una scheggia,
con le prove concepite fuori da ogni possibile
orizzonte di stupore.
Andrea de Alberti
(selezione di m.t.t.)