Un inedito di Barbara Grubissa

maschereAPPUNTAMENTO A FIRENZE
Io li vedo, sono lì.
Lei sul treno col cappello rosso
lui che aspetta, le mani in tasca

Firenze è il giorno
in cui ha bruciato una maschera

l’ha bruciata lentamente
e i loro appuntamenti mancati davanti a Santa Maria Novella.

Prima era una bambina, molto prima, quasi trent’anni e un divano verde
e sul muro una maschera africana dura di legno la fissava era brutta sapeva di lutto quel giorno
e accarezzava la testa di qualcuno immobile che respirava a stento e forse ce la farà.
Ma è un sortilegio quella maschera è malattia lo ha detto la vecchia esperta
la strega di paese e forse uno sciamano che purifica arie e case e il legno ha assorbito
sapore di sortilegio.

Aveva sette anni, prima, e una maschera di legno scuro appesa alla parete gialla
le ha portato via una vita
ed è rimasta lì a guardarla senza falci e lei senza sillabe.

Firenze, trent’anni passati, scendere dal treno scarpe rosse tacchi alti binari,
il bar della stazione telefono a mano un sussurro
Un ritardo e un “forse” muore con lo stesso sapore del legno stregato
contrattempo, appuntamento mancato, parola amore detta piano nel gozzo
“ci rivedremo vedrai” e battere di cuore è un vuoto a perdere.

sensazione amara del legno
e di nuovo la maschera, che fissa dal muro tetra, è stata trovata sul molo
vicino al mare e barche immobili solo il vento le scuote porta magagne come lo specchio rotto
dice chi crede a vecchi arcani comunque fa paura è lì come un lutto
è pesante il ricordo, valigia incombente
accumula ritardi ad ogni tappa
qualcuno la bruci qualcuno strappi dalle meningi quel ricordo infantile
è stata Firenze mi ha smascherato
l’ultimo ritardo che ricordo,
uomo che arriva e se ne va copre il volto con la mano
il taxi porta lui verso stazioni dopo e lacrima cola, nasconderla bene
respiro. Lei sulla panchina, un po’ dopo, qualche secondo, scarpe rosse e cappello, non attraversare i binari.

Poesia: quel che rimane sospeso nel nulla
Poesia: bolletta in cambio di luce d’anima,
passione è bruciore che permane
smascherata ogni ritrosia.
Firenze, quel giorno, ha riciclato un ricordo, l’addio.

Poesia inedita, 2014