Archivi autore: Marina Torossi Tevini

Informazioni su Marina Torossi Tevini

scrittrice e pubblicista

Una Melitta moderna

Il Maschio Ecologico, presentazione di Elvio Guagnini

Una raccolta di racconti pone sempre il problema della sua organicità o meno, o -per un altro verso -occasionalità o meno nei criteri di organizzazione del materiale narrativo. Questo volume, Il maschio ecologico, evita di proposito al lettore questioni preliminari del genere dal momento che racchiude i testi in una cornice dove una moderna Melitta, da strumento di piacere (così com’è evocata da D’Annunzio), diventa agente di consolazione, cerca di capire l’uomo come interlocutore e impone ai racconti il senso di una ricerca di conoscenza e di controllo della realtà quotidiana moderna.
È significativo che, a questa “conduzione ” femminile della “cornice “, corrisponda un nucleo nutrito di racconti nei quali il ruolo protagonistico è sostenuto da donne (per lo più giovani). E, anche quando esse non risultino collocate in questo ruolo o pure quando i protagonisti siano degli uomini, l’universo femminile gioca seppure di scorcio o in posizione più defilata un ruolo di movimento problematico dell’orizzonte ideologico della narrazione.
L’ obiettivo del discorso è -con evidenza- un ragionamento non solo sul rapporto affettivo tra, i due sessi e sui suoi mutamenti nella società attuale ma (più latamente) sui condizionamenti della routine, sulle imposizioni -formali o sostanziali -che questa società avanza nei con fronti di chi la vive nei suoi ruoli complessi, nel lavoro, nella vita sentimentale: un ragionamento, sui punti deboli, ma anche sui possibili punti di forza e di resistenza all’integrazione, all’omologazione, all’emarginazione o allo schiacciamento delle personalità individuali.
È logico, quindi, che l’universo femminile appaia come emblematico di una condizione tradizionale di accettazione di regole, non sempre di libertà (anzi, spesso repressivi delle potenzialità individuali), ma anche di reazioni di diverso genere a queste regole. Qualche volta, queste, reazioni sono solo accennate, inespresse, oblique,. altre volte, appaiono più dure e dirette, d rifiuto, o tentano decisamente il rovesciamento dei ruoli tradizionali e la rivincita sui comporta menti a cliché imposti alla donna.
I racconti di questo volume affrontano questi problematica con strategia avvolgente, no1 vistosa: prospettano segmenti minimi, quotidiani, di rapporti affettivi di vario tipo, enunciat per lo più in modo asciutto, senza sovrapposizione fastidiosa di commenti. Sono storie, talvolta, di piccoli o più grandi strappi liberatori, di ricerca di autoespressione, ma anche di delusioni, o di tentativi di rivincita per recuperare un senso, quale che esso sia, di libertà. Sono storie di esitazioni, di dilemmi, tra una “normalità” sicura secondo gli schemi tradizionali, e una possibile libertà fuori da questi schemi.
Spesso i personaggi “vincenti “, positivi, portatori di ” decisionismo ” ( come si dice oggi) o anche semplicemente di una mentalità pragmatica, sono quelli femminili. Capaci, spesso, di decidere positivamente in questioni intricate di psicologia del mènage corrente, dotati di semplicità risolutoria,’ abili nel controllo delle emozioni e delle loro conseguenze, oltreche dell’incombere di una memoria spesso ingombrante ( e di questioni che ricadono nella circoscrizione professionale dello psicanalista),
I racconti di questo volume prospettano, d’altra parte, pure questioni che sono collegate anche (ma non solo) ai temi di cui si è detto: rapporti generazionali, in termini di modelli e di comportamenti; esitazioni di fronte a possibili nuove libertà, non sempre ancora introiettate dalla personalità di chi vive situazioni dilemmatiche,” le strategie di autodifesa di fronte a una routine familiare o professionale che tende all’annullamento di margini di libertà.
Talvolta, il racconto può assumere anche la forma della favola, della fantasia sospesa oniricamente tra dimensioni diverse del vissuto, della tensione nostalgica, dell ‘ inquietudine e dl sogno come forma di rifiuto della realtà esistenziale e della piattezza e mediocrità della vita metropolitana moderna.
Significatamente, a chiudere il volume è u racconto allegorico che propone la questione della libertà di scrivere e di comunicare in un società massificata, la questione della libertà di comporre testi letterari capaci di comunicare anche la crisi e l’incubo, e non solo messaggi rassicuranti e addomesticati.
Racconti brevi, talvolta brevissimi –questi- talvolta addirittura in forma di flash. Picco reperti di una “ normalità ” talvolta abnorme dietro la quale si intravede spesso il quadro delle distorsioni morali, sentimentali, affettivi comportamentali, che la routine impone e alla quale si oppongono qualche piccola forza interiore o -da un altro lato -l’ utopia, o una morale più ampia e sicura, oppure barriere di vario tipo e punti di resistenza.
Un manuale minuto, questo, in forme di racconto talvolta ironico e svolto con grazia intelligente. In forma piana, non pretenziosa, e in un linguaggio scarno, chiaro, che sembra alludere anche nella forma -a una naturalezza da recuperare, apparentemente desueta nei rituali magnioquenti e spesso intenzionalmente barocchi di un società per ora intimamente ridotta e ristretta almeno nei rituali (non nelle potenzialità).

Il maschio ecologico

copertina Il maschio ecologico

L’autrice mette in bocca al personaggio narrante di Melitta ventitre racconti che, tra ammiccanti rovesciamenti di ruolo, parlano di amore e di violenza, di amore per la libertà e per l’arte.

Prefazione di Elvio Guagnini: Una Melitta moderna

Alcuni racconti

Il tunnel, le due amiche (naufragi.org)
Le avventure di Penelope (digilander.libero.it)

Recensioni

Grazia Palmisano: Gamma di amori con sorpresa
Annamaria Naveri: Il maschio ideale è ecologico
Anna Zennaro: Uomini e donne, ruoli allo specchio
Graziella Semacchi: Il maschio ecologico
Roberto Dedenaro: Le donne che non sono sull’orlo di una crisi di nervi
Mary Barbara Tolusso : Il maschio ecologico essenziale e intrigante
Messagero Veneto: Maschio ecologico: in un libro i dubbi dell’universo femminile
Stefano Valentini: Il maschio ecologico

Presentazioni

Società Artistico Letteraria: Enrico Fraulini
Dante Alighieri: Maria Grazia De Mottoni, Sergio Molesi
Club Lettura Cividale: Maria Torre Barbina

Donne senza volto, alcune poesie

Solitudine

In un limpido cristallo
Ti specchiavi sorridendo

Terra sola

Terra quieta
D’eterne notti
Terra della tua pena

L’amore

L’uomo goffo e selvaggio
È solo un’onda impazzita

Ma lei farfalla di vetro
Volteggia tra i coriandoli

Verde ramo libero

Verde ramo libero.
Nell’iride
L’onda del mare.
Mondo acquatico,
Tra alghe fluttuanti
E pesci trasparenti

Verde ramo libero.
Selvaggia, come un dio pagano
Come la dolce alunna
Di un lontano paradiso

Un orizzonte di nubi impossibili
Una breve brezza tra i rami

Malinconica
In questa civiltà di rinuncia

Le nostre mani erano vento

Tenere tremavano le erbe
Pregne dell’odore del cielo.
Nel fumo soffiavamo
Parole,
Confidenze nella conchiglia
Di una roccia

Ma le nostre mani
Erano vento
E l’ombra s’addensava negli occhi

Dopo aver sciolto queste verità
Mi umilia
L’indifferenza

Solo, nella notte,
Supino
Lasci che la pioggia lavi
Quell’immagine di me
Che non accetti

E allora, con rabbia,
Ho sbattuto la porta
Che volevo dischiudere
Per lasciarti spiare
Tra le pieghe dell’animo

L’assoluto
Mi ha perduto
Altre volte

Ma stanotte
Voglio danzare per te
E fremere
Dei tuoi occhi inebriati
E ridere nel vederti guarito
Dal timore di perdermi
Mentre io tra le dita
Ti sfuggirò
Sola

Come soffi di vento

Siamo andati
Come soffi di vento
Senza incontrarci

Sott’acqua ridono parole:
fango d’occasioni perdute

Chi ci ripresterà quei momenti?
Suona lontano l’eco del passato

Un’altra notte è fuggita
Senza voce

Furtivamente

Una nebbia bianca
Sale dalla strada
Come da un inferno lontano

Scivoliamo veloci
Nel buio

Eredi

Nell’oscurità
Velata di ragnatele
Luccicanti
Il mare canta
Il silenzio più dolce
Dell’universo

E noi
Sull’acqua
Alziamo ridendo
Pergolati di conchiglie
Raccogliamo le reti
Dei pescatori
Fuggiti

Adolescenza

Ti amo
Come i petali
Danzano nel vento
Come le rocce
Si scaldano nel sole
Come la spiaggia
si bagna nel riflusso del mare

L’onda che ritorna
Alle profondità degli abissi
Non ha nome

Trieste

Trieste
Terra d’acqua e di roccia
Ci doni
(ed è un miracolo sempre)
queste lunghe serate
tra i grilli
E la città si allontana
Con il suo grigio
Di morte

Sì, amo l’avventura
Profumata di muschio
L’eco folle dei monti
Due occhi
Che mi guardino
Nell’anima

Non credo ai videogames

Non credo ai videogames rumorosi
Alle stupidità televisive
All’amore dopo cena
Alle spiagge piene di gridi
Ai facili valori della vita
Al peeling per mostrar vent’anni

Non credo
Ai sorrisi perché poi scopiamo
Ai necessari convenevoli
Alle parole di chi crede
Alle magnifiche sorti e progressive

E neanche (ormai) alle parole
Di chi fugge
Da questa assurda nostra società

Mi intenerisce una piccola conchiglia
Il silenzio dei monti
Il vento tra i capelli
Ho fame di cose cristalline

Scortecciando
L’assurdo della vita
Vorremmo
Ritrovare ciò che vale

Atarassia

Non credo
Nella facile felicità
Raggiunta per sorte
O per denaro
Nell’insieme non credo
Alla felicità

Ma in ogni momento
Mi ritrovo consapevole
Di fare qualcosa
Per quella che è sola
La meta
Dell’uomo infelice:
la serena consapevolezza
il capire e il capirsi
il sorriso che nasce
dall’aver superato
le illusioni e le delusioni
da tempo
dal non avere più desideri

Giustizia

E ci arrabbiamo per nulla
Perché all’uomo comunque
Non è concesso
Che il suo frammento di gioia

Più in lui non cape
Seppure avesse davanti
Tutti i beni del mondo

E’ in fondo giustizia
Anche questa

La serena indifferenza

Aspettavo di trovare
Con gli anni
Un senso probabile
Del non senso di vivere
Frugando tra le rabbie e le noie
Frugando tra la vita
E la mia sempre troppo pallida
Idea della vita

Ma forse saggezza
È questa indifferenza serena
Che mi fa sorridere e amare
Sfiduciata eppure tranquilla
Indifferente eppure curiosa
Scettica eppure cordiale
Per prendere tra le dita
Quel poco infinito
Che questa follia ci può dare

Spiragli

Poesia
La ricerca placata
La parola raggiunta
Talvolta corteggiata per anni
Talvolta sgorgata all’improvviso
E poi fissata per sempre
E i moti dell’animo
Attinti fino in fondo
Le facili certezze scortecciate
L’anima nuda
Senza mistificazioni

Nulla mi ha dato
Un’ebbrezza più grande
Il sapore dell’eterno
Il senso dell’immutabile