Tag: rapporti di genere

Nei panni tuoi

CHIARA: Continua a stare zitto! Se c’è una cosa che mi fa imbestialire è il tuo silenzio…
MATTEO: Non lo faccio apposta. Soffro… Non so che gusto ci provi.
CHIARA: E tu allora? fai sempre il contrario di quello che vorrei che facessi.
MATTEO: In che cosa sbaglio, Chiara?
CHIARA: Non è che tu sbagli… è che noi siamo sbagliati. Assieme esaltiamo le nostre fragilità.
MATTEO: Bella frase! Ma che cosa vuol dire? Mi sembra caso mai che tu sia troppo forte per me.
CHIARA: Non credo di essere forte, con te proprio no. È proprio la mia debolezza la causa di tutto.
MATTEO: La tua debolezza? O la mia?
CHIARA: Diciamo la nostra. Ci sono dei momenti, ecco… quando ti prometto cose che magari non so se potrò mantenere. Continua a leggere

Voilà

ALESSANDRO: Finalmente riusciamo a parlare! E tu, miracolo, per ben dieci minuti ti sei astenuta dall’offendermi.
MANUELA: Eh sì.
ALESSANDRO: Che c’è? Non ti vedo entusiasta.
MANUELA: Infatti.
ALESSANDRO: E perché? Io sono contento. Ti preferisco così: gentile, urbana, cortese. Non come quando mi tiravi dietro le scarpe.
MANUELA: Dici che è meglio così? Continua a leggere

Al pub

MATTEO: Ah per fortuna ti incontro!
LUCA: Come va Matteo?
MATTEO: Non molto bene. Mi serve un tuo consiglio.
LUCA: Di nuovo?! A proposito com’è andata la volta scorsa? Hai messo in pratica quello che ti ho detto?
MATTEO: Proprio applicando il consiglio che m’avevi dato ho sbagliato. Ti ricordi? Mi dicevi: dai parla! non avere paura! E così ho commesso un errore.
LUCA: Grave?
MATTEO: Gravissimo!
LUCA: Che tipo di sbaglio hai fatto? Continua a leggere

Quel che conta è l’inconscio

MATTEO: Vieni, prendiamoci un caffè, Chiara… così parliamo.
CHIARA: Sono contenta di averti incontrato, oggi non me l’aspettavo.
MATTEO: Ieri siamo riusciti a parlare un po’ ragionevolmente, non trovi?
CHIARA: Sì ma.
MATTEO: Non ti vedo molto persuasa. Almeno una volta siamo riusciti a parlare senza litigare, è un progresso.
CHIARA: Sì ma.
MATTEO: Ma che cosa? Continua a leggere

Pelle

ALESSANDRO: Un attimo, aspetta, devo sistemarmi la cravatta. Di solito, dopo, si resta vicini, una dormitina, non so, o fumiamo una sigaretta (ah non fumo!) ma dove mi trascini?
MANUELA: Vorrei uscire da questa stanza, aria luce mi sembra di soffocare qua dentro.
ALESSANDRO: Aspetta. Controllo la camicia. Non vorrei aver dimenticato qualche bottone.
MANUELA: Vieni. Sei perfetto.
ALESSANDRO: Ci sediamo da qualche parte o preferisci il footing?
MANUELA: Non scherzare. Sediamoci qua.
ALESSANDRO: E allora?
MANUELA: Beviamo qualcosa? Continua a leggere

Il viagra mentale

ALICE: Come va, Sandra? Ti vedo un po’triste.
SANDRA: Sai com’è.
ALICE: Un’altra storia di cuore?
SANDRA: Eh.
ALICE: Sei peggio di Bridget Jones. Racconta!
SANDRA: Non ci faccio una grande figura.
ALICE: Sono tua amica, vai!
SANDRA: È finita. Ho capito che ero soltanto un Viagra per lui e anche gratuito.
ALICE: Un Viagra per chi? Hai cominciato dalla fine. Non capisco di che cosa stai parlando.
SANDRA: Per un tale.
ALICE: Un Viagra in che senso? Continua a leggere

Il gioco

MONICA: Stavolta è andata, sono riuscita a lasciare Gianluca.
SANDRA: Davvero? Come hai fatto, Monica?
MONICA: Ti ricordi come andava le altre volte? Ogni volta mi arrabbiavo e gli dicevo: basta, non ti voglio vedere mai più. Bastavano queste parole per riaccendere il suo interesse. Ricominciavamo daccapo, era come rinato.
SANDRA: Insomma non era te che voleva…
MONICA: …ma l’emozione, è evidente. Nella routine non ero all’altezza. Però, dopo un paio di volte che si ripeteva questo gioco del “me ne vado”.
SANDRA: Che poi non attuavi. Continua a leggere