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Al pub

MATTEO: Ah per fortuna ti incontro!
LUCA: Come va Matteo?
MATTEO: Non molto bene. Mi serve un tuo consiglio.
LUCA: Di nuovo?! A proposito com’è andata la volta scorsa? Hai messo in pratica quello che ti ho detto?
MATTEO: Proprio applicando il consiglio che m’avevi dato ho sbagliato. Ti ricordi? Mi dicevi: dai parla! non avere paura! E così ho commesso un errore.
LUCA: Grave?
MATTEO: Gravissimo!
LUCA: Che tipo di sbaglio hai fatto? Continua a leggere

Quel che conta è l’inconscio

MATTEO: Vieni, prendiamoci un caffè, Chiara… così parliamo.
CHIARA: Sono contenta di averti incontrato, oggi non me l’aspettavo.
MATTEO: Ieri siamo riusciti a parlare un po’ ragionevolmente, non trovi?
CHIARA: Sì ma.
MATTEO: Non ti vedo molto persuasa. Almeno una volta siamo riusciti a parlare senza litigare, è un progresso.
CHIARA: Sì ma.
MATTEO: Ma che cosa? Continua a leggere

La volta più bella

ALICE: Mi sei stato di grande aiuto, non so come avrei fatto senza di te.
GUIDO: Dovere di medico e poi anche il piacere di averti conosciuta.
ALICE: Qui ai confini del mondo.
GUIDO: Ci si sente proprio fuori di tutto qua a Samo.
ALICE: Pensavo ho bisogno di tagliare, di dimenticare, di mettere una pietra, che dico una pietra, una montagna di pietre, e invece arrivo qua e crollo.
GUIDO: Sarà stata la stanchezza del viaggio. Continua a leggere

Pelle

ALESSANDRO: Un attimo, aspetta, devo sistemarmi la cravatta. Di solito, dopo, si resta vicini, una dormitina, non so, o fumiamo una sigaretta (ah non fumo!) ma dove mi trascini?
MANUELA: Vorrei uscire da questa stanza, aria luce mi sembra di soffocare qua dentro.
ALESSANDRO: Aspetta. Controllo la camicia. Non vorrei aver dimenticato qualche bottone.
MANUELA: Vieni. Sei perfetto.
ALESSANDRO: Ci sediamo da qualche parte o preferisci il footing?
MANUELA: Non scherzare. Sediamoci qua.
ALESSANDRO: E allora?
MANUELA: Beviamo qualcosa? Continua a leggere

Pausa pranzo

Pausa pranzo

ALICE: Dove andiamo a mangiare, Silvia?
SILVIA: Mangiare? Sono a dieta.
ALICE: Da quando?
SILVIA: Da oggi. Solo un’insalatona scondita e un beverone ipocalorico per tirar fino a sera.
ALICE: È lunedì. Finesettimana gastronomico? Ma non eravate andati a sciare?
SILVIA: Appunto, abbiamo anche sciato. Ma Ugo non era in gran forma.
ALICE: Lavora troppo.
SILVIA: Gli dico sempre: quando rientri fermati un’ora in palestra! Un’oretta. Ti svaghi e ti passa anche lo stress.
ALICE: Gli uomini non ascoltano mai. Ma dimmi, cos’avete fatto in montagna?
SILVIA: Siamo stati a una serata gastronomica. Che vuoi? Si finisce così. Continua a leggere

Nel mare

ALICE: Forse potrei gettarlo nel mare, che ne dici Silvia?
SILVIA: Di che cosa parli?
ALICE: Sono in dubbio. Sai, gli antichi consideravano la morte nel mare una grande sciagura.
SILVIA: Beh sì. Ma chi è morto?
ALICE: Nessuno. Dovrei dar sepoltura al mio telefonino.
SILVIA: Nel mare?
ALICE: Sai, avevo pensato al giardino sotto casa, ma ci piscerebbero su i gatti, non va bene. In Carso, sarebbe un’idea, vicino a un cespuglio. Per tornare qualche volta a trovarlo. Ci si poserebbe su la neve, si fermerebbero i caprioli.
SILVIA: E in un cassonetto no?
ALICE: In un cassonetto? Non sia mai! È stato un compagno fedele di bei pomeriggi, di belle serate. Senti com’è dolce, tocca, è come la seta.
SILVIA: Ok.
ALICE: È blu. Ti piace?
SILVIA: Bello.
ALICE: Non mi sembri molto convinta.
SILVIA: Non ci si deve affezionare troppo alle cose. Vanno vengono passano. Tutto passa.
ALICE: Sì, ma. È triste! Non trovi?
SILVIA: Prendiamo la strada verso il molo?
ALICE: Sì, lo getterò nelle onde! Lì dormirà per sempre.
SILVIA: Dai, non essere in lutto.
ALICE: Dovresti sentire il suo suono.
SILVIA: Anche il nuovo suonerà.
ALICE: Ma nessuno suonerà così bene. Continua a leggere

Il Normanno

ALICE: Se non l’avessi conosciuto di persona.
SILVIA: Di che cosa parli, Alice?
ALICE: Mah… noi qui a Trieste siamo diversi.
SILVIA: Diversi da che? Non capisco.
ALICE: Sono stata in Sicilia.
SILVIA: Ah! Com’è andato il viaggio?
ALICE: Benissimo! Non te l’ho già raccontato?
SILVIA: È un po’ che non ci vediamo, sai gli impegni.
ALICE: È stato fantastico. La primavera è la stagione migliore, una Sicilia stupenda e colori e profumi…
SILVIA: Anch’io devo prendermi prima o poi una vacanza. Racconta racconta! Continua a leggere

Il viagra mentale

ALICE: Come va, Sandra? Ti vedo un po’triste.
SANDRA: Sai com’è.
ALICE: Un’altra storia di cuore?
SANDRA: Eh.
ALICE: Sei peggio di Bridget Jones. Racconta!
SANDRA: Non ci faccio una grande figura.
ALICE: Sono tua amica, vai!
SANDRA: È finita. Ho capito che ero soltanto un Viagra per lui e anche gratuito.
ALICE: Un Viagra per chi? Hai cominciato dalla fine. Non capisco di che cosa stai parlando.
SANDRA: Per un tale.
ALICE: Un Viagra in che senso? Continua a leggere

Mammetta

ALICE: Come sta tua madre?
SILVIA: Bene. S’è ripresa del tutto.
ALICE: L’ha vista il dottore?
SILVIA: No, ma ha ricominciato a brontolare alla grande, ha criticato i nuovi acquisti, ha licenziato l’infermiera che le avevo mandato, si è arrabbiata con il negoziante che le porta la spesa, e ha giurato che il radicchietto come lo trova lei al mercato, nessuno…
ALICE: Sembra in forze. Sono contenta.
SILVIA: Infine ha sentenziato che le dispiace d’essersi persa, per quella dannata bronchite, due spettacoli di prosa e l’opera.
ALICE: Va ancora a teatro? Continua a leggere

Il gioco

MONICA: Stavolta è andata, sono riuscita a lasciare Gianluca.
SANDRA: Davvero? Come hai fatto, Monica?
MONICA: Ti ricordi come andava le altre volte? Ogni volta mi arrabbiavo e gli dicevo: basta, non ti voglio vedere mai più. Bastavano queste parole per riaccendere il suo interesse. Ricominciavamo daccapo, era come rinato.
SANDRA: Insomma non era te che voleva…
MONICA: …ma l’emozione, è evidente. Nella routine non ero all’altezza. Però, dopo un paio di volte che si ripeteva questo gioco del “me ne vado”.
SANDRA: Che poi non attuavi. Continua a leggere

Al caffé

MATTEO: Dammi un consiglio, Luca!
LUCA: Anche tu? Ho già consigliato mio figlio, mia moglie, un altro amico.
MATTEO: Vuol dire che sei affidabile. Ascolta. Ho un problema con una tipa. Credimi, non riesco proprio a capirla.
LUCA: E chi riesce a capire le donne? Io non ci sono mai riuscito.
MATTEO: Questa però non è come le altre. Anzi è molto diversa.
LUCA: Bene.
MATTEO: Però è complicata. A dir il vero all’inizio sembrava semplice. La semplicità fatta persona.
LUCA: E poi?
MATTEO: Poi era come scartare e scartare, saltava sempre fuori un’altra, e un’altra ancora. Continua a leggere

Il maschio miavraisolosescappi

ALICE: L’hai mai conosciuto un maschio del tipo miavraisolosescappi?
SANDRA: Oh sì! È un tipo molto comune. Direi che la maggior parte degli uomini è fatta così.
ALICE: Che ne pensi?
SANDRA: Che preferisco i pochi che non rientrano nella categoria.
ALICE: Hai conosciuto qualcuno della minoranza?
SANDRA: Certo. E me lo tengo caro. È un maschietto prezioso.
ALICE: Me lo presteresti?
SANDRA: Manco per sogno. Te l’ho detto che lo conservo con cura.
ALICE: Non sei un’amica. Io ti ho sempre dato buoni consigli. Anche col ginagogico, ti ricordi? A proposito, com’è andata con lui? Continua a leggere

Il maschio ginagogico

ALICE: Mai conosciuto un maschio ginagogico?
SANDRA: No, cosa sarebbe?
ALICE: È un tipo che dice alle donne quello che le donne vorrebbero sentirsi dire.
SANDRA: Un tipo gentile.
ALICE: Mica tanto. Non lo fa per cortesia. Hai presente i nostri politici? Demagogici sempre. Credi siano brave persone?
SANDRA: No, certo. E ginagogico avrebbe la stessa radice?
ALICE: Sostituisci a demos guné.
SANDRA: Il concetto è lo stesso?
ALICE: Certo. Con questi soggetti bisogna fare molta attenzione.
SANDRA: Mi sembra di ravvisare un tale… Continua a leggere