Ci sono gatte come Dirce la bianca
che son nate per vivere in strada,
i tetti più alti, gli alberi, i gatti
si divertono loro.
Ma io sono diversa, stravedo
per i tappeti e il caldo, adoro il molle divano,
vorrei starmene sempre a dormire
senza avere problemi e paure:
le automobili, i gatti cattivi,
il freddo, qualche volta anche il ghiaccio.
Mi prende talvolta un bambino
e mi fa giocare per ore. Io lo amo
e ogni volta m’illudo di restare,
felice sulle porte mi liscio,
mi godo il bel caldo e l’amore.
Poi la mamma dice brusca
“Usciamo. Porta giù la gattina!”
Io cerco di farle capire
che da sola non mi faccio problemi
foss’anche sotto il divano
o dietro alla tenda. Chi mi vede?
Chi disturbo? Cosa faccio di male?
E gron gron gron gron affettuoso
cerco poi d’appellarmi al bambino,
ma lui niente.
Mi prende una donna talvolta,
mi tiene la sera vicino, si guarda la tv
si conversa poi mi dice: “Sei proprio carina,
Trilly mia, non conosco
una gatta che sia carina così”.
Ma lei parte per luoghi lontani,
mesi e mesi non la vedo nemmeno,
ha sempre una grande valigia
aperta vicino al divano.
Qualche volta salgo le scale
e vado a trovare una vecchia
e là accoccolata in cucina
tra gli odori di cibo e d’affetto
m’addormento per ore beata.
“Trilly mia mi dice la vecchia
guarda come mi pesan le scale
scatolette, sabbietta, non posso,
ti devi arrangiare carina,
nel giardino ti devi arrangiare”.
Così m’arrangio da sola
primo piano secondo
oppure la soffitta di Lina.
Anche il prato mi piace, sì certo
e l’albero e il tetto solo mio per il sole.
Mi piace ma nella bella stagione,
nelle fresche notti di luna.
Nelle sere d’estate anche loro se ne stanno
in giardino.
Quando invece soffia la bora
e sono piena di freddo
manco a dirlo, non c’è mai nessuno.
Una notte d’inverno ho sognato
che dal cielo è caduto del ghiaccio,
un enorme blocco di neve
che mi ha colpita e sepolta.
Sto nel freddo e nel gelo per sempre
e penso a una calda cucina
e profumo di pesce e carezze.