Nei panni tuoi

CHIARA: Continua a stare zitto! Se c’è una cosa che mi fa imbestialire è il tuo silenzio…
MATTEO: Non lo faccio apposta. Soffro… Non so che gusto ci provi.
CHIARA: E tu allora? fai sempre il contrario di quello che vorrei che facessi.
MATTEO: In che cosa sbaglio, Chiara?
CHIARA: Non è che tu sbagli… è che noi siamo sbagliati. Assieme esaltiamo le nostre fragilità.
MATTEO: Bella frase! Ma che cosa vuol dire? Mi sembra caso mai che tu sia troppo forte per me.
CHIARA: Non credo di essere forte, con te proprio no. È proprio la mia debolezza la causa di tutto.
MATTEO: La tua debolezza? O la mia?
CHIARA: Diciamo la nostra. Ci sono dei momenti, ecco… quando ti prometto cose che magari non so se potrò mantenere.

MATTEO: Non devi farlo. Non dovresti illudermi.
CHIARA: Lasciami dire, in alcuni momenti, quando dico quello che penso anzi di più mi sprofondo nelle mie contraddizioni allora, in quei momenti sono fragile e avrei bisogno che tu mi dessi coraggio. Ogni volta tu niente.
MATTEO: Non capisco.
CHIARA: È successo pochi giorni fa. Ma ci sono molti altri casi.
MATTEO: Che cosa è successo?
CHIARA: Dicevo (e in fondo non sapevo neanch’io se ne sarei stata capace) dicevo ricominciamo da capo.
MATTEO: Ricordo… e il giorno dopo mi hai mandato all’inferno.
CHIARA: Appunto.
MATTEO: E non avevo fatto nulla.
CHIARA: Appunto.
MATTEO: Spiegami, al solito non riesco a capirti.
CHIARA: Ti devo sempre spiegare tutto? Divento noiosa.
MATTEO: Io vorrei capire.
CHIARA: E vabbè… in quel momento, quando dicevo: ricominciamo da capo… tu non avresti dovuto lasciarmi sola, ero piena di dubbi, mi sentivo stonata e sbagliata. In quel momento avrei avuto bisogno di due braccia che mi dessero un po’ di conforto, tu non c’eri, non hai detto nulla, così ti ho mandato all’inferno.
MATTEO: Il passaggio è stato brusco: paradiso-inferno, inferno-paradiso. Mi sa che ho preso l’abbonamento. Mi ci mandi spesso. Comincio a rompermi anche.
CHIARA: E io più di te. Te l’ho detto, non siamo adatti l’uno per l’altra. D’altronde tu hai altre estimatrici.
MATTEO: Te l’ho raccontato perché è la verità e poi perché volevo farti capire che ho delle qualità che tu non apprezzi, non era per vantarmi.
CHIARA: Sarà…
MATTEO: Ho detto solo la verità… ma come posso fare sì che mi creda?
CHIARA: Io ti credo… emmm… abbastanza, ma… che ci posso fare? certe cose mi risultano illogiche. Insomma tu vorresti da me un atto di fede.
MATTEO: Vorrei un po’ di fiducia. E poi vorrei, non so…
CHIARA: Che cosa?
MATTEO: Mi sembra che sia sempre tu quella che soffre di meno.
CHIARA: Non è vero! Io SOFFRISSIMO…
MATTEO: Mmm… Ma dimmi… che cosa vorresti che facessi?
CHIARA: Te l’ho detto: che fossi forte quando io sono debole, che mi consolassi quando ho paura, che mi dicessi sì o no ma comunque non lasciassi dei vuoti di silenzio, tutto qua.
MATTEO: Posso farti delle richieste anch’io?
CHIARA: Cosa vorresti?
MATTEO: Vorrei potermi distrarre e trovarti sempre la stessa quando ritorno, vorrei poter stare tranquillo, vorrei poter occuparmi della mia vita senza essere sempre in ansia.
CHIARA: Sigh!
MATTEO: Non ti sembrano giuste richieste?
CHIARA: Sigh sigh!
MATTEO: Cosa c’è adesso? ti sei messa a non rispondere e per giunta piangi. Cosa ho detto di male?
CHIARA: Sigh sigh e ancora siggghhh!
MATTEO: Senti, forse non mi sono spiegato.
CHIARA: Anche troppo.
MATTEO: Sei triste?
CHIARA: Tristissima.
MATTEO: Per quello che ho detto?
CHIARA: Non solo. Senti, mi è venuta un’idea.
MATTEO: Un’altra… Di che cosa si tratta?
CHIARA: Non so, forse stiamo ripetendo delle scene. E’assurdo. Siamo sciocchi a farci del male, non trovi? Però… visto che lo capiamo, dovremmo fare in modo di spezzare il copione, inventare rapporti nuovi, inventarci di nuovo.
MATTEO: ?
CHIARA: Aiutami a farlo.
MATTEO: Non riesco a aiutare neanche me stesso.
CHIARA: Ne sono certa, è l’unico sistema. Se tu continui a guardarti le tue private ferite e a pensare: ma guarda, continua a farmi del male, e io dico: ma guarda, non riesce a vedere al di là del suo naso, non riesce a capire, se facciamo così non caveremo un ragno dal buco.
MATTEO: Caviamolo.
CHIARA: Dovremmo pensare io a te e tu a me, dovremmo metterci nei panni dell’altra persona.
MATTEO: I tuoi mi vanno stretti.
CHIARA: Pazienza, fai uno sforzo.
MATTEO: Sto scomodo.
CHIARA: Adattati, se vuoi capire.
MATTEO: Vorrei.
CHIARA: E allora vieni più vicino.
MATTEO: Coi panni tuoi?
CHIARA: E cercando di vedere tu dentro di me e io dentro di te.
MATTEO: Cercherò. Ma… sei sicura?