La cucciolata

Tra le mille gatte che ho avuto
mi doveva capitare la Dirce,
bella gatta ma un po’ deboluccia;
io che sono buono di cuore
mi preoccupo di lei e dei piccini…
Frequentavo a quel tempo
Una vecchia che mi dava
Molti buoni bocconi
Pesciolini e la trippa e crocchette
“Tento il colpo?” mi dico. E andiamo.

“Dove andiamo ?“mi chiede la Dirce
“Non temere!” e per strada le spiego
“Una casa ? mi rompe! non voglio!”
“Ma non vedi ch’è inverno?… sei magra!
per un poco starai con la vecchia”.
Parlando e parlando alla fine
Persuado la cocciuta mia bella.
E intanto siamo arrivati davanti alla villa…
La finestra spalancata ci invita.
Basta un salto! “Su Dirce, una mossa”.
Dirce sale, poi si guarda attorno, dappertutto
fiuta attenta e perplessa. Poi sceglie
il posto più scuro, si nasconde.
Me ne vado, son cose da donne…
La Dirce rimane due lune a casa
della buona vecchietta, poi ritorna.
“Sei tornata che bello!” le dico
“M’annoiavo…” Ma la vedo felice
e m’accorgo che sorride tra i baffi.
E’ più allegra, più bella e più forte.