MONICA: Stavolta è andata, sono riuscita a lasciare Gianluca.
SANDRA: Davvero? Come hai fatto, Monica?
MONICA: Ti ricordi come andava le altre volte? Ogni volta mi arrabbiavo e gli dicevo: basta, non ti voglio vedere mai più. Bastavano queste parole per riaccendere il suo interesse. Ricominciavamo daccapo, era come rinato.
SANDRA: Insomma non era te che voleva…
MONICA: …ma l’emozione, è evidente. Nella routine non ero all’altezza. Però, dopo un paio di volte che si ripeteva questo gioco del “me ne vado”.
SANDRA: Che poi non attuavi.
MONICA: Non lo attuavo perché ogni volta con sospiri e scuse varie mi cercava. Senti, ho due biglietti per uno straordinario concerto, ma da solo non ci vado, sarebbe un supplizio, ti ricordi la prima volta assieme?
SANDRA: Come fai a non dargli retta?
MONICA: E infatti, mi si stringeva il cuore, e andavo. Un’altra volta il pretesto era un libro che aveva appena comperato. Mi leggeva qualche pagina. Proponeva che leggessimo assieme dal vivo. Era triste e a me dispiaceva essere la causa di quella tristezza. Mi sentivo in colpa, e allora arrivavo lì di volata. Poi scoprivo che lui non era affatto depresso, e che aveva passato il pomeriggio a scherzare con la mia miglior amica e che, preso atto che io era ritornata da lui, poteva disinteressarsi di me.
SANDRA: Ma ti piaceva?
MONICA: Non so se mi piaceva. Tutto era nato da un equivoco.
SANDRA: Che equivoco?
MONICA: Eh! Le parole hanno un gran potere seduttivo.
SANDRA: Certo.
MONICA: Ci sono certe persone che ne fanno un’arte, quasi una professione. Si impegnano molto.
SANDRA: Perché lo fanno?
MONICA: Non l’ho mai capito, e secondo me è una gran fatica la loro.
SANDRA: Contenti loro. Ma, racconta!
MONICA: Te l’ho detto. Gli ho creduto. Ho pensato che parlasse per me. Che quelle parole fossero davvero per me. L’ho immaginato come non era, come non era l’ho amato.
SANDRA: E poi?
MONICA: E poi… ho capito. Però quello che vedevo e capivo non bastava. Pensa che sciocca! Mi ero innamorata della mia idea, e non la volevo lasciare.
SANDRA: Mia cara, è una pura follia credere a uno che scrive. Tu per lui sei solo occasione, esca, scintilla. Niente di più. Non sono per te quelle parole, sono per l’arte.
MONICA: Al diavolo l’arte! Adesso ho capito.
SANDRA: E l’hai lasciato. Brava! Ma senti, quanto tempo è passato?
MONICA: Più o meno una settimana.
SANDRA: E se telefonasse adesso?
MONICA: Non risponderei!
SANDRA: Davvero? Sei proprio convinta?
MONICA: Certo!
SANDRA: E se lo rivedessi?
MONICA: Non lo saluterei neppure. Basta, te l’ho detto, ho chiuso.
SANDRA: Sei proprio convinta?
MONICA: Convintissima.
SANDRA: Mi sembra di vederlo laggiù.
MONICA: Dov’è? dov’è?
SANDRA: Non hai detto che non ti interessava più?
MONICA: Sandra, dimmi dov’è!
SANDRA: Non so, mi era solo sembrato.
MONICA: Non scherzare.
SANDRA: Allora, non mi avevi assicurato?
MONICA: Sì, sì, in effetti.