La Trilly, se ricordo la Trilly…
era forte la Trilly, era bella!
non aveva un anno neppure
e già ci faceva impazzire:
a me, al Tigre, a Occhio di lince…
Quell’inverno con lei, mi ricordo,
è stato un inverno speciale.
Poi, si sa come vanno le cose,
sono nate le piccole figlie
forti e grosse come me,
con le zampe un po’ arcuate,
come me, per saltare.
Io passavo di lì qualche volta
per vedere se c’era speranza,
erano già passate due lune…
Mi mettevo sul muretto appostato
per ore e cantavo. Lei niente…
Col Tigre ci siamo scontrati,
io ho vinto come sempre, son forte…
poi le ho offerto sul naso
il mio omaggio. E lei niente!
Allora ho capito: gli umani,
come con la Vichi e Ceretta,
l’avevano presa e rasata,
non era più la mia Trilly!
Non sono più ritornato
nel giardino, giro altre contrade…
ma quando febbraio ci invita,
mi ritorna in mente la Trilly,
quell’inverno infuocato,
e io e il Tigre e Bruschetta
che in circolo parlavamo con lei…
Poi a fare l’amore
ero sempre io il primo…
che vincevo con le unghie e
coi denti gli altri… forti, i più
forti di tutti…
Mi chiamavano il Gangster