Amici

Un bitorzolo duro e dolente
m’è cresciuto non so come sul capo,
Che disgrazia! sono un po’ handicappato
nella lotta, camminando barcollo.
Granarolo, grande amico da sempre,
mi aiuta, mi rimane vicino
quando soffia la bora e in giro
non si trova granchè da mangiare.

Ma un giorno una bella signora
m’ha preso, m’ha portato
da un uomo che mi ha fatto
delle strane carezze.
Poi non so…ho dormito un bel pezzo,
non mi sono accorto di nulla.
Mi sono svegliato stordito
nel giardino della bella signora.
“E’ solo per poco, carino,
finchè non ti rimetti un po’ a nuovo…”
“Mi sta bene! Patti chiari, d’accordo!”
Mi sentivo un po’ strano però…
e non era soltanto per la testa fasciata.
Poi capii, non ero più io
un castrato! E va bene! che importa?
Nel mondo c’è posto per tutti.
Con questa massima in capo
ritorno dal caro compagno
Granarolo e gli dico:“ Ecco qua, sono guarito!
Mi vedi? Cammino deciso e spedito”.
Lui sorride e mi prende un po’ in giro
per le palle, capite? e scherziamo.
Ma un giorno Granarolo è andato,
ha cambiato strada e quartiere
gli è sempre piaciuto variare.
Prima aveva – m’ha detto – un impegno
la mia testa e il bitorazolo duro
ma ora è libero, e via!
Io invece rimango vicino
alla villa della bella signora
e nel giro di qualche lunata
ho già messo su una pancetta.
Un giorno, ritornato per caso
nel mio solito angolo scuro,
chi ti vedo arrivar? Granarolo!
Lo saluto lo guardo. Ha il pelo chiazzato
e barcolla “Cos’ hai fatto ?”gli chiedo
e mi sembra stranito.
“Che cos’hai, compagno? ripeto
Potevi restare, era meglio,
qui c’è cibo per tutti, si vive.
Lui si ferma e si gratta l’orecchio.
“Mi fa male, dice poi, piano.
-Sono passato per caso, Richetto,
son finito, mi dice, son morto.
“Ma dai! e mi accosto.
“Vedrai, ti rimetterò io in forze!”
“No no, non c’è tempo
non ho scampo, la luna è già sorta,
e io devo trovare veloce
una nicchia, una nicchia nascosta
dove possa in pace morire”.