Agamben e dintorni

Certo che lo scontro attuale tra capitalismo liberale, quello dell’Occidente, e capitalismo autoritario, quello che si è sviluppato in estremo Oriente, darà come risultato la fine del nostro mondo e la sconfitta dell’ Occidente. Ma questo è evidente per motivi numerici e poi per l’ovvia ragione che un mondo profondamente demotivato e isterilito nel suo intimo come il nostro non può competere con un altro in crescita demografica economica e culturale. Sono i corsi e ricorsi della storia. Mentre medito leggendo alcuni passi di Agamben sorrido. Mi stavo proprio domandando da dove nascessero quelle idee negazioniste così infisse nelle menti di alcuni e così perversamente nocive. E adesso ho trovato la fonte.
Se non mi fossi trovata nell’oceano Pacifico in febbraio, se non avessi visto più telegiornali orientali che italiani, se non avessi visto all’inizio di marzo con i miei occhi l’inizio dell’epidemia in Australia e le misure che un governo abbastanza pragmatico prendeva, se non avessi constatato, passando lungo l’Africa, l’uso di mascherine in paesi che noi penseremmo chissà in che difficoltà anche da quel punto di vista (come l’Egitto ad esempio) mentre in Italia eravamo carenti dei più elementari presidi per il contenimento dell’epidemia, potrei anche ascoltare come suggestive le parole del filosofo che vede come una montatura politica l’epidemia e la minimizza.
I filosofi recano grande danno, lo diceva Platone che era un filosofo, e viene da pensarlo anche oggi. Antepongono le parole, il bel sapore della frase che suggestiona col suo ritmo e induce al consenso, alla nuda realtà dei fatti. Alcuni filosofi psicologi o sociologi hanno fatto negli scorsi decenni molti danni con irrealistiche e deliranti idee in campo educazionale e sociale. Gran parte del mondo culturale ha fatto grancassa dietro quelle idee e sono diventate il nostro mondo. Ora ci si vuole impadronire anche di una lettura dell’attuale che nasce dalla non conoscenza del mondo e antepone idee a cose, affermazioni a realtà.
Il mix perverso è dato da alcune idee accettabili (la crisi preesistente, contro cui peraltro non si sono presi nei decenni precedenti adeguati provvedimenti) e la nuova situazione che viene letta strumentalmente. Idee superate vengono ritenute irrinunciabili e per mantenerle in vita si è disposti a sacrificare l’evidenza.
Siamo nel bel mezzo di uno scontro e l’esito finale non sarà piacevole, comunque vada. Il mondo in bilico degli scorsi decnni, che a tanti ora sembra un paradiso perduto, era già intimamente condannato. Lo condannavano le sue incongruenze, le sue assurdità, i suoi funambulismi.
Raccoglieremo le sue macerie, ma non perché sarà venuto un virus di media potenza a decimarci o perché ci avranno resi degli zombi con i vaccini, ma perché la società che avevamo tenuto in bilico per tanti decenni era marcia alla radice ed era inevitabile il suo tracollo. Tutto qui, caro Agamben.

m. t. t. I corsarini