Ana je gledala i prou?avala planski prikaz ku?e koji joj je dala agencija za nekretnine, i prepustila se sanjarenju o detaljima. Ta ku?a, ku?a na selu, je upravo ona koju je oduvek želela. Bila je sigurna u to da ?e i ostali biti oduševljeni. Stigla je ku?i ostavši bez daha, i po?ela da obasipa porodicu bujicom re?i. Zelenilo, svežina leta, miris sela. Nema ni?eg boljeg! Bašta, roštilj, ljuljaška za ?ulija i jedna ku?ica za psa Pipa.
Plativši kaparu, nestrpljivo su iš?ekivali trenutak kada ?e se preseliti u novu ku?u. Dosta je bilo grada, putanje posao-ku?a, ku?a-posao, prašnjavih ulica i automobilskih sirena. Od sada samo miris šuma, svež vetar, tišina zvezdane no?i.
?udno, takvu kosu nikada do sada nije videla. ?ulijova kosa je postala zastrašuju?e naelektrisana, a na glavi je imao prstenastu krunu zbog koje je izgledao kao da nije sa ove planete. ?ak i ona, Ana, je primetila da se promenila od kada se preselila u novu ku?u. Koža joj se malo nadula, suva je, ljušti se, i po ose?aju kao da gori. Nešto kasnije njen muž je upao u duboku depresiju. Insomnija, koja ga je godinama progonila, se jezivo pogoršala. Nije uspevao da sklopi o?i, a ?ak i kada bi zaspao na kratko, mu?ili bi ga nesvakidašnji košmari. Deponiju, tu prokletu deponiju o kojoj se pri?alo sam video i ja, napunili su je preko no?i, dolazili kamionom i bacali u nju ko zna šta. Onda je ispod po?ela da izbija trava. Posle su dobili gra?evinsku dozvolu i tu sagradili neke ku?e.
Jedan danguba je sedeo pod krovom od puzavica i pri?ao onima koji bi hteli da ga ?uju: „Moramo biti mnogo otporni ako želimo da preživimo sve ono što se vrzma oko nas, talase svih svih vrsta koje prolaze tesnim uli?icama, ometaju nam misli, štipaju nam razum. Kada bi izmerili elektromagnetski nivo ovde, kladim se da bismo ga sigurno prekora?ili.”
Ana je po?ela da misli da su ?ulijova kosa, košmari njenog muža i njena pokožica povezani sa ovim mestom. Ali nije ništa rekla. ?ak se i jedan komšija žalio na smetnje, ali njihove uopšte nisu li?ile na njegove. U dubini duše, radije ne bi htela ni da razmišlja o tome.
Naposletku, na sastanku stanara je neko predložio sazivanje provera, i uprkos otporu mnogih, uspeo da istraje u tome da do?u stru?ni službenici.
Jednog izuzetno vetrovitog dana došla su nadležna lica za kontrolisanje. Postavili su svoje instrumente u blizini ku?a, ispred, iza, iza i ispred, ?ak i blizu ku?ice za psa, kako bi otklonili svaku sumnju. Uzimali su beleške, pisali dugo, i potom otišli.
Svi su bili žrtva ?udnog nemira. O?ekivali su presudu. Na kraju je i došla. Umiruju?a i besmislena. Prag tolerancije nije prekora?en. Sve je na svom mestu. Nema nikakve opasnosti po ljudsko zdravlje. Dobro. Odli?no! Ana je pokazivala okolo pismo. Razveseljavalo ju je. Nadležna lica su pomogla. Sve je u redu. I dakle? Da, problemi ostaju zauvek. Pa dobro! Takav je život.
Vremenom je uspela da ukroti ?ulijevu kosu pomo?u vlažnih obloga, a uspela je i da uspava svog besanog muža na par sati. Samo sa svojim svrabom nije uspela da iza?e na kraj. Maže se kremama, kupa u mleku kao Popeja, pa ipak…
(traduzione in serbo di Andjela Djurickovic)
Un tempo avevamo la coda
Anna guarda e riguarda la planimetria che l’agenzia immobiliare le ha dato e si perde a sognare i particolari. Quella casa, quella casa in campagna è la casa che ha sempre desiderato. Anche gli altri saranno entusiasti, ne è sicura. Arriva a casa trafelata e travolge la famiglia con una raffica di parole. Verde, fresco d’estate, profumo di campagna. Cosa ci può essere di meglio! Un giardino, un barbecue, un’altalena per Giulio e una cuccia per Pippo.
Danno la caparra e impazienti si mettono ad aspettare il momento in cui si trasferiranno nella nuova casa. Basta con la città, lavoro casa, casa lavoro, vie polverose automobili clacson. D’ora in poi solo il profumo dei boschi, il vento fresco, il silenzio di una notte stellata.
Strano, capelli così non li ha mai visti. I capelli di Giulio sono diventati terribilmente elettrici, ha sulla testa una specie di corona inanellata che lo rende un po’Ufo. E anche lei, Anna, da quando si è trasferita nella nuova casa si ritrova diversa. La pelle le si è come sollevata, secca, a scaglie e la sente bruciare. Suo marito poi è caduto in una profonda depressione. L’insonnia, che lo perseguita da anni, si è accentuata in maniera spaventosa. Non riesce a chiudere occhio e, se si addormenta anche per pochissimo, incubi strani vengono a tormentarlo.
La discarica, quella discarica maledetta, dice qualcuno, li ho visti io, l’hanno riempita di notte, arrivavano con un camion, ci buttavano dentro non so che cosa. Poi sopra è spuntata l’erba. Dopo hanno ottenuto la licenza edilizia e ci hanno costruito delle case.
Uno sfaccendato seduto sotto la pergola parla a chi lo vuole ascoltare: «Dobbiamo essere molto resistenti se sopravviviamo a tutto quello che ci ronza intorno, onde di tutti i tipi che ci trapassano le budella, ci frastornano i pensieri, ci pizzicottano le meningi. Se misurassero il livello elettromagnetico qui, ci scommetto, sforeremmo di sicuro».
Anna comincia a pensare che i capelli di Giulio, gli incubi di suo marito, le sue squame siano legate a quel luogo. Ma non dice nulla. Anche qualche vicino lamenta dei disturbi, ma non somigliano affatto ai suoi. In fondo preferisce non pensare.
A una riunione di condominio infine qualcuno invoca una verifica e, nonostante la resistenza di molti, riesce a ottenere che vengano interessati gli uffici competenti.
In una giornata di forte vento arrivarono gli addetti per i controlli. Posizionano i loro strumenti vicino alle case davanti dietro, dietro davanti, poi, per sommo scrupolo, anche vicino alla cuccia del cane. Prendono appunti, scrivono a lungo, poi se ne vanno.
Tutti rimangono in preda a un’inquietudine strana. Aspettano la sentenza. Arriva infine. Tranquillizzante e banale. La soglia di tolleranza non è superata. Tutto è a posto. Nessun pericolo per la salute umana. Bene. Benissimo! Anna mostra in giro la lettera. Se ne rallegra. Gli addetti hanno fatto i rilievi. Tutto è in ordine. E dunque? Sì, i problemi rimangono sempre. Va beh! Ma è questa la vita.
Col tempo riesce a domare a suon di impacchi i capelli di Giulio e riesce anche a far addormentare per qualche ora il suo insonne marito. Solamente col suo prurito non può venire a capo. Si unge di creme, si lava col latte come Poppea eppure…
A chi le ricorda l’orrore della discarica, tappa la bocca dicendo che i rilievi sono stati fatti, che tutto è stato verificato e poi l’inquinamento, che cosa è un po’ di inquinamento?, l’uomo si è sempre adattato, trasformato; un tempo, in fondo, avevamo la coda…
m. t. t. da Il migliore dei mondi impossibili, Campanotto, pp 151,2002)