La favola dei porcospini feriti

riccioSchopenhauer in una delle sue migliori metafore scrisse: “Il porcospino, in inverno, ha freddo. Per riscaldarsi si avvicina ad altri porcospini, in modo che avvicinandosi ci si possa tenere caldi a vicenda. Ma nell’istante stesso in cui due o più porcospini si avvicinano, corrono il rischio di ferirsi a vicenda con i loro aculei; e la maggior parte delle volte così succede. Feriti, i porcospini si allontanano di nuovo, ma dopo poco il freddo li spinge di nuovo a riavvicinarsi per scaldarsi, pur rischiando di farsi male. Il porcospino odia il freddo…”
Come fanno l’amore i porcospini? Con grande prudenza. Niente di più giusto. E noi Dio solo sa se non siamo stati prudenti. Ma, vedi, è qualcosa di involontario, è nella nostra natura, un attimo di paura e zac gli aculei si rizzano, non ce ne accorgiamo neppure, sì sì hai ragione se ne accorge l’altro, è evidente, però, ripeto, è qualcosa di involontario, non vogliamo farci del male, desideriamo solo proteggerci. Ricordi il giorno che eravamo sotto qual bel cespo di insalata, là in fondo al giardino dove comincia la grande spalliera di glicine?, era un momento d’oro, io e te tu e io, perché è bello quando entrambi, dimenticandoci di essere porcospini, abbassiamo le difese e ci stringiamo. Ma all’improvviso, e non ho mica capito perché… mi ritrovo mille aghi durissimi infilzati nella pelle, e tu sai quanto sono delicata, allora sono scappata, e come vedi sono ancora qui, mi lecco le ferite, mi curo. Il medico dice che è questione di qualche settimana, ma non ne sono tanto sicura. Sì, lo so, anch’io alle volte ho fatto lo stesso. Te ne stavi lì rilassato, prendevi il sole pancia all’aria, eri diventato un batuffolo morbido e dolcissimo e no so perché all’improvviso mi sono scattati questi dannati aculei e sono diventata un maglio di ferro, non volevo farlo, ma è stato più forte di me, ti ho fatto del male, certo ti avrò fatto del male, scusami; subito, accortami del danno, ho abbassato gli aculei, mortificata, ma allora a tua volta li hai rizzati tu, gli aculei, e ti sei avventato contro di me. Poi siamo rotolati via pesti e tristissimi. È andato avanti così per un po’, qualche escoriazione, qualche ferita più grave, ma l’ultima volta, era già quasi fiorito il glicine, ricordi? eravamo vicini, almeno io avevo questa sensazione, e allora ho deciso, giù gli aculei e che sia quel che sia, eravamo morbidi e dolci, vicini come pallottole di carne, capaci, – miracolo!- di comunicare con la parte sensibile della nostra pelle, mi sembrava di toccare con una zampa il paradiso. Ma all’improvviso quella tua mossa a tradimento, forse non hai capito le mie intenzioni, erano pacifiche, te lo assicuro, chissà cosa hai visto o immaginato, hai scambiato un piccolo movimento per un attacco e allora, sulla mia pelle nuda, hai sfoderato tutti – dico tutti – i tuoi dannatissimi aculei, me li hai conficcati dentro fino in fondo. Sono rimasta in un primo momento basita, non credevo che si potesse stare così male, fino a quel momento ero stata prudente, eravamo stati prudenti, insomma è andata così, è successo, il medico dice che a molti porcospini succede, lui non fa altro che curare porcospini feriti perché pare che i porcospini siano di natura affettuosa, e rischino sempre, nonostante la loro natura, e si procurino grossi guai. Ha detto anche che se me ne sto qualche tempo sotto questa bella salata poi sarò come nuova, ma io no ne sono tanto sicura. È quasi estate e la pelle non si risana… e poi penso… ecco mi sembra che se noi avessimo a disposizione il meraviglioso dono delle parole, come gli umani, tutto sarebbe più facile, più chiaro. Vuoi mettere? Noi abbiamo solo questi cento o duecento suoni, è poco per spiegare dettagli e sfumature, con le parole invece si possono fare libroni come Guerra e pace, lì sì che il pensiero si può stendere e chiarire e articolare, ci si può arrampicare per ore su discorsi che sembrano dei rametti secchi e invece sono alberi enormi con rami e foglie verdissime, e invece noi sbrigativi frrrr eeemmm oddd issskk uddddd, come ci si può capire con la questa lingua porcospina? È difficile, io sto ancora pensando cosa significava quel tuo ultimo issskkkkkkkk. Cos’avrai voluto dirmi? Gli umani certo si capiscono meglio, li guardo sempre mentre passano, sembrano così felici…

m.t.t.