La fune aveva ripreso a scorrere verso l’alto. Altri colpi di martello echeggiarono sulla parete, altra delusione. Il ferro penetrando nella fessura non vibrava ancora rassicurante. Anche quel chiodo, da un momento all’altro, poteva abbandonare la roccia in cui era penetrato e segnare la fine della loro avventura.
Era il tempo in cui molti giovani affrontavano i rischi dell’arrampicata ricchi soltanto della loro passione appena sbocciata, anche se poveri d’esperienza e di mezzi. Continua a leggere
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La sfinge del Montasio di Lino Torossi
Era una calda giornata di fine giugno dell’anno 1930, ma la roccia in quel tratto di parete sembrava gelida come d’inverno. Paolo Valle guardava verso l’alto con apprensione. Da dieci minuti o forse più, il suo compagno, dopo aver superato lo strapiombo, sembrava scomparso nel nulla. Un tempo troppo lungo in quel silenzio; la fune continuava a penzolare inerte. Il rocciatore, sempre immobile su di un’esigua cengetta, ebbe un brivido e l’impressione di essere lassù, solo, abbarbicato sull’ignoto. Continua a leggere